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Il problema di avere tre soli e la fortuna di un sistema eliocentrico

di Stefano Battilana

DAL LIBRO ALLO SCHERMO

Il problema dei tre corpi è un classico paradosso della fisica dinamica che indica un problema di soluzione difficile, soprattutto non durevole né stabile nel tempo, ed è anche il titolo del primo volume della vasta trilogia Memoria del passato della Terra, per la penna dello scrittore Liu Cixin, divenuta un vero best seller mondiale, uscita nel 2008 e ora trasposta sullo schermo da Netflix in 8 puntate, affidate alla sapiente cura dei creatori della fortunatissima serie Il trono di spade, i famosi David Benioff e D. B. Weiss. Un investimento da oltre 200 milioni di dollari, somma assai importante affidata ai due produttori, con l’idea di creare una serie di successo: Il problema dei tre corpi. Proposito al momento ancora non realizzato: la serie di fantascienza cinese infatti non decolla, vissuta dal pubblico come noiosa e cervellotica. Qui, invece, diremo di come questa serie
sia assolutamente imperdibile e niente affatto campata per aria. Il casting, intanto, è azzeccato: molti provengono da Il trono di spade, altri sono volti nuovi e soprattutto cosmopoliti, in linea con una storia dal profilo internazionale. Una scelta di attori indovinata, a partire dai nemici della Terra, una scienziata cinese e un ricco petroliere, ambientalista estremo, fino ai difensori dell’umanità, il poliziotto degli evidenti tratti mongoli e il mefistofelico Wade, a capo di tutte le operazioni di contrasto all’invasione extraterrestre.

GLI ALIENI STANNO ARRIVANDO

Sì, perché si tratta proprio di un’invasione annunciata (solo agli adepti) e preparata da un’Intelligenza aliena estremamente evoluta, che vive in un mondo instabile e pericoloso, forse Alfa o Proxima Centauri, di cui tutti abbiamo sentito parlare nelle nostre reminiscenze scolastiche di astronomia. Si tratta di un sistema stellare triplo, il più vicino a noi, distante solo, si fa per dire, quattro anni luce, poco più di un Parsec (3,2 anni-luce), la distanza minima tipica dei viaggi iperspaziali di Star Wars. In questa serie Netflix, invece, non siamo affatto lontani nel tempo. Siamo proprio ai giorni nostri, funestati da una serie di suicidi di scienziati eccellenti, ossessionati dalla visione di un misterioso conto alla rovescia, che ne vuole fermare la ricerca d’avanguardia. La storia inizia in un passato tragico e recente, ai tempi della Rivoluzione Culturale cinese: protagonista è la figlia scienziata di un fisico teorico, docente universitario accusato di aver insegnato niente meno che la teoria del Big Bang e della Relatività, nozioni pericolosamente capitaliste, e per ciò stesso ucciso a cinghiate sul palco, in cui veniva condotto in catene e a ludibrio del pubblico invasato. Una morte atroce, cui assisterà la figlia e che la porterà prima in un Laogai (Lager) cinese (niente spoiler: si tratta proprio del prologo della storia) e poi in una misteriosa base militare segreta, che trasmette segnali nello spazio interstellare profondo. Proprio la genialità della scienziata consentirà una trasmissione efficace, che otterrà una prima risposta, in cui viene messa in guardia dal pericolo del confronto fra due civiltà troppo tecnologicamente distanti fra loro. “Ogni volta che i primitivi sono venuti in contatto con una civiltà molto più progredita della loro, per i primi non è mai finita bene”, ci ricorda il poliziotto Shi. Tuttavia, invece di preservare l’umanità dal rischio dell’estinzione, la scienziata è troppo amareggiata dall’orrore del mondo e disgustata dall’intero genere umano, così perverso e abietto, al punto da chiamare i trisolariani sulla Terra, offrendo loro il nostro pianeta da salvare, ma non i suoi abitanti, devastatori e corrotti.

L’ANTIFAVOLA AMBIENTALISTA

Siamo dalle parti della distopia ecologista: niente è meglio di questi invasori puri, sola igiene del mondo, privi di debolezze individuali e di sottintesi metaforici e ambivalenti. Nonostante il tempo che ci metteranno ad arrivare (le distanze stellari sono enormi), tuttavia saranno attesi fideisticamente, ma servirà loro una Quinta Colonna umana, che in nome della Salute del pianeta ne prepari la venuta, senza scrupoli umanitari di sorta. È la crudele indifferenza nei confronti dell’individuo in quanto deviazione dalla norma collettiva che caratterizza i venturi invasori, è questo bisogno di essere “salvati”, al di là dell’uomo inquinatore e imperfetto, che caratterizza i loro seguaci. A contrastare i piani di coloro che vogliono consegnare la Terra agli alieni, oltre alla squadra militare di Wade, due brillanti ex studentesse oxfordiane di Fisica, che piano piano contribuiranno a voler salvare questo nostro mondo bugiardo e sporcaccione, pur se creativo e sentimentale: quella Umanità che, parafrasando Churchill, è la peggiore civiltà che ci sia, escluse tutte le altre…

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