Il primo numero della rivista “Ricerche di Storia Politica”. Correva l’anno 1986
“Ricerche di Storia Politica” ha iniziato le sue pubblicazioni nel 1986 come annale, con l’ambizioso progetto di candidarsi a punto di riferimento per lo studio comparato della dimensione politica del sapere storico. Le convinzioni metodologiche che erano alla base del piccolo nucleo fondatore della rivista risultavano, per quel tempo, poco convenzionali: l’importanza e l’autonomia della dimensione politica dei processi storici; la necessità di un’apertura comparatistica della ricerca in grado di inquadrare la storia d’Italia in un contesto più ampio. La convinzione di fondo era che attraverso questa strada la ricostruzione storica potesse divenire più “scientifica”, distaccandosi così dagli scontri ideologici contingenti.
La rivista – come si volle sottolineare anche dalla scelta del nome – è nata quindi dall’intento di proporre la “politica” come un termine-concetto problematico in se stesso e capace di offrire un obiettivo di analisi: la politica è la struttura che organizza, coordina e conferisce significato ai rapporti di convivenza all’interno di un dato sistema e che pertanto rende quel sistema autonomamente significativo, autoreferenziale e inserito in un universo relazionale con tutti gli altri sistemi fondati in maniera simile. La complessità di questa analisi ha indotto il gruppo di “Ricerche di Storia Politica” a spaziare in tutti i settori di ricerca che possono aiutare a cogliere il fenomeno politico nel suo complesso: dalla storia delle idee e delle culture politiche alla storia dei sistemi costituzionali, dalla storia dei gruppi politici e religiosi allo studio delle istituzioni rappresentative e amministrative, dalla storia delle relazioni internazionali agli studi di genere.
L’attenzione costante alla dimensione comparata dei processi storici, che per la rivista ha sempre significato non tanto “fare paragoni” quanto accumulare materiali per la comprensione del funzionamento dei sistemi politici nei secoli XIX e XX, ha poi consentito a “Ricerche di Storia Politica” di svolgere un ruolo primario nel sollecitare l’attenzione degli studiosi italiani verso la storia comparata, che fino a quel momento non aveva goduto di grandi spazi in Italia.
La rivista ha quindi puntato, fin dall’inizio, ad offrirsi come luogo in cui potessero trovare spazio analisi e ricerche prodotte dalla migliore storiografia internazionale su tutti gli ambiti della storia politica. Per oltre dieci anni, l’annale di “Ricerche di Storia Politica” ha fornito un panorama della produzione storica italiana ed europea, sia sotto forma di saggi originali di ricerca, sia di rassegne storiografiche che mettessero a punto lo stato dei lavori su argomenti di particolare rilevanza. Oltre a queste sezioni, poi, “Ricerche di Storia Politica” ha voluto connotarsi come “strumento” utile agli studiosi per tenere sotto controllo la recente produzione storiografica internazionale. La sua sezione “Biblioteca”, costituita inizialmente di recensioni e schede di volumi pubblicati in Italia, Inghilterra, Francia e Germania, si è subito distinta per la vastità e la ricchezza delle sue segnalazioni, come dimostra il fatto che ogni fascicolo dell’annale conteneva indicazioni di oltre cento volumi.
Nel 1998, grazie anche al costante sostegno del suo editore Il Mulino, la rivista “Ricerche di storia politica” si è trasformata in quadrimestrale. Le sue caratteristiche di fondo sono rimaste le stesse ma è considerevolmente aumentato il raggio della comparazione; oggi infatti la rivista si occupa anche della Spagna, dell’Europa dell’Est, del Medio Oriente e delle Americhe. Anche la struttura dei fascicoli ha subito alcune modifiche: ogni volume presenta almeno due saggi di storia politica in ottica comparata (selezionati attraverso il sistema dei blind referees) e una rassegna storiografica sui grandi temi all’ordine del giorno nel dibattito internazionale. Attorno a questo perno fisso ruotano poi una serie di rubriche: “Confini”, che offre uno spazio privilegiato al tema della interdisciplinarità; “Memoria” e “Testimoni della Storia”, che attraverso interviste con personaggi significativi, italiani e stranieri, cerca di mostrare quanto la ricerca storica possa venire arricchita dalle testimonianze di coloro che furono direttamente protagonisti di momenti chiave del passato; infine “Dialoghi”, che offre un dibattito a più voci su temi interessanti della ricerca storica più attuale.
La trasformazione della rivista in quadrimestrale ha prodotto inoltre un significativo allargamento della sezione “Biblioteca” che, con circa 200 opere recensite ogni anno da studiosi qualificati, costituisce la più ricca sezione di recensioni presente oggi in Italia, grazie all’ampiezza internazionale degli editori considerati. A partire dal terzo numero del 1999, “Ricerche di Storia Politica” ha deciso di realizzare periodicamente dei fascicoli monografici su temi di grande rilevanza storiografica, politica e intellettuale. Dalla Pace di Versailles al processo di transizione dal franchismo alla democrazia in Spagna, dalla Resistenza al nazifascismo in Europa alla costruzione della leadership politica nell’età contemporanea, dal concetto di populismo alla figura e all’opera di Alexis de Tocqueville, tutti i fascicoli monografici che la rivista ha finora pubblicato hanno ottenuto grandi riconoscimenti presso la comunità scientifica internazionale.
Nata da una piccola struttura semi-artigianale, “Ricerche di Storia Politica” è riuscita in questi vent’anni ad accumulare esperienze e collaborazioni che la rendono, oggi, una delle più accreditate riviste italiane in ambito internazionale. E a testimonianza del lungo cammino fatto, nel 2004 “Ricerche di Storia Politica” ha ottenuto un riconoscimento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in quanto “pubblicazione periodica di alto valore culturale”.
La rivista ha potuto raggiungere questi risultati grazie all’impegno e al sostegno di molti: tutti i giovani studiosi che si sono susseguiti nella segreteria di redazione; i membri, attuali o passati, della redazione; gli amici stranieri che offrono un contributo permanente alla rivista in qualità di corrispondenti o consultants; tutti coloro (e sono oltre 200) che hanno collaborato con articoli, rassegne o recensioni ai vari fascicoli; infine tutti i nostri abbonati, singoli o istituzioni, che con la loro presenza hanno consentito alla rivista di crescere e conquistare il suo spazio.